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Perché conservare digitalmente a norma le PEC?
Approfondimento normativo circa l'obbligo di conservazione a norma dei messaggi PEC
- giovedì 24 giugno 2021
Pillole normative
Per le imprese, l'obbligo di conservazione delle PEC è previsto dall'art. 2220 del codice civile: tutte le PEC inviate e ricevute devono essere conservate digitalmente a norma.
È, poi, l’art. 43 del Codice dell’Amministrazione Digitale a stabilire che i documenti informatici di cui è prescritta la conservazione per legge o regolamento siano conservati “in modo permanente con modalità digitali” nel rispetto delle regole tecniche.
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Chi è obbligato? Tutti gli utilizzatori della PEC, sia privati che PA, hanno l’onere di mettere in conservazione i propri dati, affidandosi ad un provider certificato che ne garantisca la conservazione a norma per 10 anni. |
Perchè conviene? La conservazione digitale a norma della PEC porta intrinsecamente con sé una duplice finalità:
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Autenticità della PEC: preservarla oltre la durata del certificato di firma
La PEC ha valore legale in quanto il Fornitore del Servizio PEC attesta, con una ricevuta elettronica, l'avvenuta consegna della comunicazione al destinatario.
Tale ricevuta è firmata elettronicamente dal Fornitore, ma il certificato di firma elettronica ha una durata limitata nel tempo, ovvero 3 anni.
La conservazione digitale a norma per tramite di un provider accreditato, garantisce e preserva l'autenticità della PEC oltre il termine di scadenza del certificato di firma digitale, al fine di mantenere il suo valore legale nel tempo.
Conservare i propri messaggi PEC in un sistema certificato permette, al contempo, in sede di contenzioso, di rendere i propri dati opponibili a terzi in forza del valore legale del documento che questo acquisisce grazie alla firma digitale e alla marca temporale sui pacchetti di conservazione.
